E per la prima volta da inizio anno riesco a calzare le scarpe da corsa con ancora un minimo di luce nel cielo dopo essere uscito dall'ufficio. E ne approfitto per salire un pochino di quota, accompagnato dall'imbrunire che mi tiene sempre più compagnia, consegnandomi ad un buio pesto appena raggiungo la mia meta sopra Cilladon.
Ed eccomi al momento giusto, mi giro e vedo le luci dei paesi che disegnano forme di tutti i tipi, le semplici rette delle strade o curve che seguono corsi d'acqua o altri ostacoli che non vedo.
Spengo la frontale e me ne sto qui alcuni minuti in silenzio, respiro a fondo e mi carico di questo senso di libertà (mista ad un po' di vuoto in questi giorni).
Scendendo distraggo la mente, che ha come pensiero unico gli incontri che potrei fare prima di raggiungere il paese, cercando di captare ogni minimo rumore proveniente dal bosco. Inizio a contare i chilometri che mi mancano e li trasformo in minuti.
Scendo velocemente facendo girare le gambe spingendo appena, contrastato ad ogni passo dai soliti dolori ai piedi. Il male fa spegnere improvvisamente tutti i ricettori impegnati nella ricerca di forme animali attorno a me e penso solamente a due cose: LUT ed UTMB. Obiettivo arrivarci in perfette condizioni fisiche e mentali, iniziamo a lavorare seriamente!
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