venerdì 28 giugno 2019

LUT 2019

Ed eccoci ancora qui al via di una delle corse più belle che ci siano in zona, che ci porterà tra notte, giorno e forse anche la notte successiva (ma ci si augura di no) e zonzo per le Dolomiti.
Mettici poi che rientra in uno degli appuntamenti del campionato mondiale di Ultratrail, dove si respira quel clima da eventi importanti che ti fa salire ancora di più l'ansia.
Si, ansia tanta, perché quest'anno sono poco allento e mi mancano chilometri sulle gambe, quindi intanto si parte e dove si arriverà va ben lo stesso. Ho già in mente il punto della detonazione, la Val Travenanzes che da settimane mi tormenta negli allenamenti e talvolta in sogno. Ed invece con il gran caldo previsto il tutto potrebbe anche essere anticipato di qualche chilometro, olè!!
Rientriamo nel percorso gara. Partenza allucinante, un tifo favoloso in una Cortina dove solitamente alle 23 regna la tranquillità.
Il tutto preceduto purtroppo da attimi di nervoso alla partenza dove in pochi istanti si è creato un imbottigliamento stile autostradale nel pieno della settimana di ferragosto, con gente che saltava da ogni lato le transenne per entrare in griglia, folle da stadio che spingevano dai lati e dalle retrovie per andare dove di preciso non lo so. Forse pensavano di essere ad un 1000 in pista senza essersi resi conto di aver sbagliato tipologia di corsa.
Parto con l'amico Angelo e la prima quindicina di chilometri la gestiamo ad un buon ritmo per evitare ingorghi sul percorso. Seconda nota negativa: al ristoro di Ospitaletto scene da stadio con gente che spintona per fare rifornimento, livello di maleducazione al top e direi che forse il numero massimo di atleti anziché aumentare ogni anno dovrebbe essere rivisto al ribasso e oltre al punteggio ITRA sarebbe necessario inserire un punteggio per le buone maniere ed educazione, solo poi formalizzare le iscrizioni. Riparto allibito. 
Salendo a Son Forca la temperatura precipita tanto da mettere il kway e quasi quasi anche i guanti ci starebbero bene (poco male, è freddo al punto giusto per non addormentarmi in piedi) ma rapidamente ci lanciamo giù al passo Tre Croci e poi a Federavecchia. Altre scene da stadio, sarà possibile che mi rovescino le borracce mentre i volontari me le ricaricano? Che fretta c'è? Sono quei 10 secondi che vi faranno perdere il vostro personal best della corsa? Per la cronaca ora siamo attorno alla cinquecentesima posizione e se vi serve per raggiungere il podio forse potevate allenarvi di più gli anni precedenti. Va ben. Minestra finita. Mi faccio due paninetti e riparto di buona lena. 
Inizia ad albeggiare, ignoro che ore siano e poco importa, ma basandomi sul ritmo giorno/notte credo di essere arrivato a Misurina in leggero anticipo rispetto a due anni fa. Meglio, più tempo per fermarmi ai ristori qualora fosse necessario :) Ed ecco lo spettacolo dei primi raggi si sole che illuminano il Cristallo con lago di Misurina a fare da specchio! Che immagini favolose!! Mi dispiace davvero vi siate persi questa meraviglia!!
Su su, avanti, lago di Antorno per puntare diretti al rifugio Auronzo. La salita ormai la posso fare ad occhi chiusi da quante volte salgo in estate o in inverno con gli sci. Ogni volta è diversa, per i colori, i profumi, la luce, la fauna. Per una cosa la accomuna sempre, la fatica!!! Ma è ben ripagata si, con il Monte Piana ed i Cadini illuminati dopo l'alba che ti vien quasi voglia di sederti su una roccia ad ammirare tutto quel che ti circonda....ma ci sarà tempo oggi si per le soste. 
Ristoro favoloso al rifugio Auronzo, due brodi con la pasta, un paio di panini con salame, qualche chiacchiera con degli amici sul posto a fare il tifo ed avanti tutta! Inizia il meraviglioso giro delle Tre Cime di Lavaredo. Come detto prima anche qui ogni volta rimango senza parole da così tanta imponenza. Meglio ripartire, tanto di sicuro a breve tornerò su!
Luuuuunghissima di scesa fino al lago di Landro che mette a dura prova le gambe tra sentieri e strada con fondo sassoso per poi immettersi nella forse ancor più fastidiosa ciclabile che sale fino a Cimabanche. Lunga, a pendenza costante e noiosa. Qui devo correre, se cammino mi frego, se corro recupero una marea di tempo (che mi servirà dopo si, metti da parte come le formichine).
Ristoro favoloso organizzato dagli amici della Duerocche. Alessandra mi aspetta per un cambio veloce e dopo una gran mangiata si riparte.
Siamo al chilometro 66 con più di 3000 metri di dislivello positivo messi in saccoccia. Ma ora inizia la corsa. Fin qui sono sempre convinto che rimanga una passeggiata di avvicinamento. Si avvicinamento al tratto che mi più spaventa. Ed oltretutto ora inizierà a farsi sentire il caldo, sono le 9:30 di mattina e quella bellissima sfera tonda e luminosa in cielo non vede l'ora di irraggiarci come meglio può fare.
Avanti che Forcella Lerosa ci aspetta, in primi per farci ammirare la meraviglia di Croda Rossa e poi per lanciarci giù fino a malga Ra Stua dove con un'altra overdose di pasta in brodo sarà l'ora di mandare al massimo energia e concentrazione. E mentre ricarico le scorte di cibo e soprattutto liquidi cerco l'amico Diego con cui affrontare il successivo tratto come due anni fa. Mi ha dato buca mannaggia! 
E procedendo tra incantati scenari che spaziano dalle cascate di Fanes e le Tofane, che da qui sembrano così graziose tant'è che altro che una sosta per ammirarle in modalità turistica, ora proprio prendere la prima panchina che capita a tiro e passerei la giornata a rilassarmi. Ed invece no, i turisti che si rilassano su quelle panchine a bordo delle stradine forsestali ci guardano con un misto di ammirazione e perplessità sul perché l'essere umano debba fare ciò, anziché appunto rimanere seduto su quella panchina al fresco. Si al fresco perché le verdi chiome che li riparano rimangono un ricordo ora che inzia la val Travenanzer. Il primo chilometro ci si può anche rischiare di correre i tratti meno pendenti, ma si dai, le gambe girano senza problemi e se lo possono permettere. Oltrettutto da Cimabanche hanno inziato a superarci gli atleti della gara più corta da 87 chilometri. I primi viaggiavano come fulmini, questi che cercano di seguirli invece hanno dei ritmi già più vicini a livelli umani e possono essere un buon gancio per recuperare qualcosa, evitando di strafare. Accendere la miccia ora è solo questione di minuti!! E quindi direi che la biondina polacca che mi precede è il target perfetto. Provo a parlarci e mi ignora, facilmente ripudia lo stalker da gara. Vabbè, tutti testa bassa e su.
Qualche cascatella ed i primi rigagnoli d'acqua danno un discreto sollievo al caldo.
Iniziano le scene epiche. Il primo "morto" e accovacciato sotto un pino mugo, rannicchiato, mentre vomita una roba di un colore che manco fosse nel film dell'esorcista. Ho perso la polacca e ci pensa il ragazzo prima di me ad allertare i soccorsi che fortunatamente si trovano a poche decine di metri.
Altro ragazzo seduto che fissa il vuoto. Ci guardiamo, gli sorrido, ricambia il sorrido e fissa le montagne davanti a se. Di sicuro aiutano a meditare :)
Avanti ancora, ed inizia il tratto centrale della valle, un luogo incantato, un fondovalle di ghiaia attraversata da torrentelli con l'acqua di colore verde trasparente. Altro atleta in trance. 
I guadi che si susseguono danno una sensazione di ricarica unica, immergere i piedi e tenerli al fresco qualche minuto hanno un bel potere rigenerante...peccato duri solo il tempo di permanenza a mollo!
Un po' alla volta raggiungiamo il punto acqua. Devo per forza fare un piccola sosta, sciacquata veloce alla fontana, spalmata di crema da sole. Paninetto al volo e poi gioco la carta dello snickers al cioccolato, mi serve la botta di vita per arrivare a Col Dei Bos. Ritrovo la polacca davanti, mò non ti mollo più! Fa un caldo atomico e finalmente quando scollino arriva una bava di aria fredda. Ora?? Prima no?? Corrichio alla meno peggio cercando di raggiungere il ristoro di Col Gallina. Altri sei tornantini in salita, dai, ultimo sforza. La vista della Marmolada coperta da una coltre bianca è l'unico pensiero che mi da sollievo.
Il caldo mi ha sfiancato. Cosa faccio ora? Penso quasi al ritiro, mi scoccia però. Allora, intano mi immergo in un rigagnolo di acqua raffreddando la temperatura, dopo di che mi piazzo all'ombra, mangio qualcosa di fresco e aspetto. Inizio a rimettermi lentamente in forma. Alessandra mi avvisa che al tendone medico c'è la coda e non varrebbe la pena perdere tempo....mi rimpinzo di cibo a volontà alternando macedoni in quantità industriale mescolata a pasta in brodo e pan e salame. Ora sono pronto, avanti a tutta. 
C'è solo un bella salita fino al rifugio Averau per raggiungere il prossimo ristoro e la vista delle Cinque Torri in parte distoglie dalla fatica (anche no in realtà). 
Un misto di saliscendi dove le gambe riprendono a girare molto bene ed ecco il passo Giau, magio al volo una raffica di pomodorini e riparto, salgo la forcella a tutta, giusto il tempo per tirare il fiato e guardarmi attorno, si scollina verso il Mondeval e da qui lo sguardo spazia tra Pelmo e Civetta, è tutto meraviglioso! 
Aggancio un francese della gara corta e mi faccio tirare fino a forcella Ambrizzola, è l'ultima salita, lui parte come un missile verso Croda Da Lago, lascio andare le gambe fino al ristoro. 
Spuntino a base di uova e fette con marmellata (si fanno dei mix unici in questi contesti) e mi rilancio con la mia proverbiale lentezza lungo l'ultima discesa. 
Ci siamo. Il primo obiettivo era quello di arrivare almeno a Col Gallina, poi al traguardo. Eventualmente farlo senza accendere la frontale, ma guardando verso il fondovalle a Cortina c'è ancora il sole :)
Ultimi chilometri letteralmente sofferti correndo con amici spagnoli ed italiani per darci manforte nell'ultima mezz'oretta di corsa, tirandoci alla canna per non so bene quale motivo ma ormai che ci siamo trovati nel mezzo corriamo.
Ci siamo, ultima salita, Corso Italia, un tifo ad ora aperitivo/cena nei bar del centro che è pazzesco, tra complimenti ed ultime incitazioni, striscioni delle transenne sbattuti, applausi. Anche chi arriva ore e ore dopo i top runner viene accolto così. 
Che gran corsa, che viaggio, sempre meravigliosa la Lavaredo Ultra Trail, 120 chilometri nel cuore delle dolomiti, 5800 metri di dislivello su per le crode più belle del mondo!! 


Nessun commento:

Posta un commento