sabato 7 maggio 2016

100&Lode

Tutto doveva essere perfetto, niente lasciato al caso. 
E già da settimane stavo pianificando e curando in maniera maniacale ogni minimo dettaglio, dall'abbigliamento, con la possibilità dei cambi last minute giusto per gli adattamenti climatici del caso, alla sacca per il ristoro, fornita di ogni cosa mi dovesse passare per la testa, cibo, maglie, frontali (si, plurale, ne avevo due, che se una si dovesse rompere avrei avuto la scorta) ed anche un paio di scarpe di ricambio.
Tutta questa introduzione per comprendere lo stato d'ansia che mi affliggeva, quasi non avessi mai corso una 100 km. Il motivo era semplice, allenamento poco, al massimo un "lungo" di 25 (venticinque) chilometri corso la settimana prima, ed un terribile inizio stagione reduce da un infortunio che mi costrinse ad un ritiro da premio nobel al primo ristoro dell'Ultrabericus.
Detto questo la gara era da finire, volevo una conferma principalmente mentale.
Motto del giorno: piano ed arrivare alla fine!!
Cosa mi serve? Tranquillità cazzo, le ultra ti ammazzano se parti con le paturnie per la testa o la giornata storta. Al contrario la pace dei sensi è il primo passo da fare oltre lo start. 
E come sono? La sera prima teso come la corda di un violino. Ma fortunatamente come detto prima ho tutto perfettamente organizzato, anche la colazione già studiata da due giorni. 
Mi basta solo riposare come si deve. O almeno provarci. Ecco perfetto, mi sdraio e sento tutti i dolori pulsare in ogni angolo del corpo. Iniziamo bene. Niente, devo accendere la luce e mettermi a leggere...fin che velocemente crollo in un beato sonno!!
La sveglia suona alle 6:03, la spengo, ma sono già in piedi da poco, intento a spalmare marmellata sulle fette biscottate. 
La giornata è favolosa, si sente il caldo tepore del primo sole. Dai, ora abbiamo tutto! anche il tempo è dalla nostra!
Preparo tutto, anzi no, basta solo che mi vesta. Indosso il pettorale, numero 65, mi piace. Credo di averlo indossato già svariate volte in altre gare, dovrò controllare!
Porto la sacca al deposito presso la partenza, saluto gli amici che trovo nelle vicinanza, qualche foto, alcune risate. 
Perfetto, ora mi sento disteso come voglio. Mi rimane un solo pensiero in testa. Andare piano i primi 10 km in cui il percorso corre in un noioso piattume con 0 D+ fino all'avvicinamento con le prime colline.
7:30, si parte!!
Yeeeeee, ritmo tra i 6:00 e 6:15 al km. Avanti chiacchierando e scherzando fino al primo ristoro. 
Siamo pochi ed il gruppo si sgrana in fretta. 95 alla partenza sui 100 km! Speremo de no perderse :)
Il percorso è segnato bene, anche se alcuni punti generano dei dubbi. Per fortuna sono in compagnia di una ragazza del posto che lascio avanti a farmi da navigatore...al secondo colpo che mi porta fuori strada simpaticamente la riprendo che si sta spacciando per un abitante locale che in realtà ignora il percorso. E ribatte: "ma sono una donna :) " 
Gran risate e giù per una bella discesa saltando tra foglie e radici.
Fino al trentesimo circa, ogni 5 km si trova un punto dove fare rifornimento e fermarsi qualche minuto con i volontari. Dal 25esimo in particolare le salite iniziano a farsi "fastidiose" ed il ristoro degli alpini in cima è un toccasana, appare quasi come un miraggio, incastonato in un prato verde immerso nel bosco. 
Scorta di liquidi, rifiuto (a malincuore) il vino/birra che viene offerto e via di corsa lungo un gran bel sentiero in discesa che in poco tempo ci porta al fondovalle, attraversando la strada che corre verso Recoaro Terme.
Bene, qui iniziano le rogne. Fisicamente mi sento benissimo e parto in completo relax sul "muro" che ci porterà a Recoaro Mille. Il caldo inizia a farsi sentire. Forse anche i primi segni di affaticamento, anche se dopo 35 km mi sento fresco. Ed ecco quasi subito la prima botta allo stomaco. Maledetto!! Ci risiamo. Torniamo all'inizio quando parlavo dello stress? Dopo così poca strada la vedo come unica soluzione. Nessun problema, la soluzione a tutto? Adattare il ritmo, salendo più lentamente, smettere di parlare con altri ragazzi che nel frattempo avevo raggiunto guadagnando terreno in salita e pensando solo ad andare avanti!
Vi dico subito che ho scattato poche foto in questa occasione per tenermi più "libero" possibile.
Tanti meravigliosi scorsi delle piccole Dolomiti li dovrò portare solamente nei miei ricordi, ma recupererò la prossima volta!!
Eccoci in cima, il ristoro del quarantesimo mi salva. La coca cola fa digerire anche la ghiaia, sblocca la digestione e ti da una botta di vita che manco puoi immaginare.
Proseguo in compagnia di un ragazzo che inizia a snocciolarmi un palmares di gare, ultra, ecc... da farmi sentire un pivello che sta muovendo i primi passi nel mondo dello sport. E con tranquillità mi racconta che quasi ogni fine settimana si fa una 100 km, una quindicina di maratone all'anno e avanti...ciò ho sbagliato corsa forse? Al mio:"certo che ne fai di km" mi risponde: "no praticamente non mi alleno neppure" con una tale naturalezza. 
Ti senti strano? C'è sempre qualcuno che lo è più di te!!
Andare andare, la metà si avvicina, con gli occhi pieni della magnificenza dei monti ed in primo piano prati fioriti, corriamo ormai senza alcun freno.
In lontananza si sentono i rumori del tifo ed ecco, sbucando da una curva, che appare il gonfiabile con il rilevamento cronometrico!
Metà è andata. Pausa. Mi ristoro con un paninazzo, due fette di torta, integratori e frutta. Cambio maglia, prelevo le frontali ed un paio di indumenti pesanti dalla sacca portata qui dagli organizzatori e continuo. Riparto da solo.
Uno degli aspetti che ricorderò di questa corsa è proprio la distanza in cui ho corso solamente con me stesso. Non esagero se almeno per 40 - 45 chilometri sono rimasto a contatto con la natura, arrivando a cantare per tenermi compagnia (?) pensando e meditando a tutto quel che ti può frullare per la mente. 
Discesona spacca piedi fin a fondo valle e poi su di nuovo, i dislivelli cominciano a farsi sentire mentre risalgo oltre il 55esimo. Il sole scalda molto, la bava di vento sembra essersi calmata lasciando una sensazione di braciola sulla griglia. Mi fermo un attimo per ammirare gran parte del percorso fatto poco prima in quota. Sembra quasi impossibile in così poche ore aver attraversato quel che si perde alla vista.
Basta pensare, la tentazione di prendere uno sdraio e fermarsi con birra alla mano a contemplare tutto ciò è forte. Finalmente scollino e si rientra nel bosco. Controllo l'altimetro, superata quota 3000 D+ ottimo!
Comincia un lungo tratto di discesa su asfalto che mi massacra i piedi, mica sarebbe stata un'idea sbagliata calzare le scarpe da strada con questo "secco" e dei tratti sul tanto odiato bitume.
Mi rilasso 10 minuti al sessantesimo all'ombra del gazebo del ristoro, sempre facendo due risate con gli amici volontari, che invito per una pizza se mi tengono lì ancora un po' :)
Riprendo il mio cammino tra i boschi, gestisco ancora il mal di stomaco che continua a farmi passare dei brutti cinque minuti mettendomi i bastoni tra le ruote. Inizia un lungo tratto in leggera discesa, qui avendo gambe si può spingere davvero forte, il fonde della strada bianca è spettacolare, gli alberi a tratti di diradano lasciando alla vista il massiccio del Pasubio. Sono sempre da solo, rido, canto, le allucinazioni ancora non le ho, certo è che mi sto divertendo alla grande.
Scendo sempre, attraverso un piccolo borgo e poi via in mezzo all'erba altra di un campo ancora da tagliare. Chissà quante belle zecche ci saranno qui pronte a lanciarsi su questi strani animali muniti di pettorale (ed infatti domenica mattina ero alle prese con la pinzetta :) )
Dopo poco arrivo al ristoro del 73 esimo km! "vieni qui e prendi una fetta di polenta con una costicina!!!" parole con un non so cosa di magico. Sono ore ed ore che mi alimento a pane, formaggio, frutta secca e poco altro. La divina visione del vassoio vicino alla griglia mi fa assumere sembianze da lupo affamato... Devo ahimè rifiutare! e chi parte più!!!! Ah, mica mancava la solita scorta di vino e birra pure qui. Ho la balla troppo facile purtroppo!!! 
Dopo aver chiacchierato di non ricordo più ben cosa con i volontari, ormai ero nel mio mondo, riparto verso l'ultima lunga salita. Una botta de vita di quelle giuste.
Si guadagna dislivello alla velocità della luce. Attraversando una piccola frazione un paio di bambini sono lì a fare il tifo, li ringrazio, scambio due parole con il loro babbo ed il mio sguardo viene subito rapito dal tramonto, con i raggi del sole che sembrano disegnati in cielo partendo dalle schiena dal gruppo del Carega. Anche per questo corro gli ultra.
Riprendo l'agonia fino alla cima, dove scorgo la sagoma di un canguro che rapidamente riprende le sue sembianze di sasso. Il marsupiale in effetti mi mancava. Il mal di stomaco no, che invece ritorna e mi tiene compagnia per gli ultimi km fino all'ottantesimo, "Acqua, Te caldo, brodo...." Si brodo, brodo a me!! Finalmente, eccolo. Da ore ti desideravo tanto che avrei suonato al primo campanello per chiedere magari ad una simpatica vecchietta che barattavo un piatto di qualcosa di caldo con qualche barretta che avevo nello zaino!!!!
Il primo bicchiere mi butta su la temperatura in tempo zero, esplosione di festa nella mia pancia!! Bis bis, ancora. Che goduria. Mangio ancora, ho fame, chiacchiero con un simpatica infermiera che si stupisce di quanto sia ancora fresco (fosse una psicologa cambierebbe idea), le spiego la mia teoria che queste corse è bello gustarsele, guardarsi attorno, parlare con gli altri atleti (a parte oggi che son solo come un can e solo ai ristori incrocio qualcuno mentre entro/esco che mi precede o segue) ecc ecc... 
Accendo la frontale e riparto a luce spianata tra prati ed alberi. Ah benon, nell'oscurità sento tutti i rumori possibili. Superata la successiva discesa tecnica su una pietraia mi fermo a scattare una foto alla pianura illuminata dalle luci che si perdono per tutta la pianura. Spengo la frontale e sono lì, solo, sotto un cielo tempestato di stelle. Cosa volere di più?? Compagnia!! In lontananza vedo la frontale di un ragazzo che da una quarantina di chilometri so che manteneva il mio stesso ritmo. Lo aspetto e continuiamo assieme. Ci raccontiamo le nostre avventure tra corse fatte e (buoni) propositi per il futuro. 
Alla fine siamo tutti invasati allo stesso modo, uniti da un comune filo conduttore, generalmente con il prefisso ULTRA ed il suffisso TRAIL.
Simone si rivela un'ottimo alleato nel momento in cui sto per cedere. Mi tira fino a valle, facendomi riposare quando lo stomaco torna a disfarmi per riprendere velocemente a correre tra i campi verso il ristoro del novantesimo chilometro. 
Continuo con il brodo, ora la situazione è critica, anche i biscotti non ne vogliono sapere di scendere. A costo di arrivare strisciando sui gomiti...ecco l'unica cosa a cui pensavo. Nel frattempo il mio compagno si beve un caffè...corretto!
Ringraziamo i volontari, che per tutto il giorno hanno fatto assistenza, e ripartiamo. Oscillo. Mi fermo un minuto. Gioco la carta di aumentare la temperatura corporea vestendomi. Funziona ed in pochi minuti mi sento meglio, sto facendo la sauna, ma manca ormai poco.
Quel poco che ora sembra non finire mai, Comincia il conto alla rovescia, tra asfalto, case, traffico agli incroci, motorini che sfrecciano, musica delle discoteche sparata nell'etere, luci di tutti i colori, smog.
Si, sono inadeguato alla civiltà. Fino a poche ore prima, immerso nel nulla, ero nella mia dimensione. Qui qualcosa proprio non mi torna. 
Scatta il momento malinconia. Le gambe e la testa ormai sono in loop, a questi chilometraggi si va per inezia, ancora corriamo, camminiamo, riprendiamo a correre. Parliamo poco, forse anche il mio nuovo compagno di viaggio ha gli stessi miei pensieri. 
Eccoci alle porte di Villaverla, da dove siamo partiti questa mattina alle 7:30, anzi, ieri mattina per essere precisi, 
Ritorniamo dopo 16 ore 57 minuti e 35 secondi. Dopo aver corso per 101 km con 4000 m D+ sui monti, tra sentieri, boschi, prati. Salendo fino a tutto ciò che circonda Recoaro Terme per ridiscendere verso dove è iniziato questo viaggio. Questo bel viaggio immersi nella natura, nel nostro mondo, nel distacco da tutto ciò che è inutile che ormai riempie la quotidianità. 
Grazie a tutti gli amici, a chi era sul percorso a fare il tifo, ai favolosi organizzatori!!
Taglio il traguardo soddisfatto, con un grande grinta e carica... #RoadToLUT





























  
  















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