sabato 6 maggio 2017

100 e Lode

Venerdì mattina.
Prima di uscire di casa guardo la medaglia della 100 e lode dello scorso anno, sospiro, e vengo assalito da dubbi e paure (non che abbia trascorso tutta la settimana con uno stato d'animo migliore!), domani tornerò a casa con il mio premio?
Fisicamente mi sento in gran forma, nessun dolore articolare e sulle gambe ho una buona quantità di chilometri frutto degli allenamenti degli ultimi mesi. Peccato solo per questo paio di verruche che sto cercando di togliere in tutti i modi e fanno un male allucinante. Mercoledì scorso, dopo l'ultimo test scarpe/solette/calzini, con un paio di forbici ho tagliato la soletta in corrispondenza dei punti dove sento dolore ad ogni appoggio. La situazione migliora di poco. Mah!
Venerdì pomeriggio. Esco in anticipo dal lavoro, mancano poche ore ed urge rimedio per staccare la spina da pensieri ed ansie. Una pausa pranzo nella più totale tranquillità e poi riesco a dormire un'oretta e mezza prima di trovarmi con gli amici per cenare. Altro riposino ed inizia la preparazione!!
I piedi mi danno stranamente tregua, tra disinfettanti, cerotti ecc...speremo ben tengano botta.
Venerdì notte, ore 24, partenza ritardata di una decina di minuti, la tensione sale. Sono molteplici i momenti in cui c'è un silenzio quasi irreale. Poi inizia la musica che ci accompagna al conto alla rovescia, 20, 10, 5, 4, 3, 2, 1 partiti....
Meglio giocare già subito d'astuzia, il tratto iniziale è caratterizzato da 10 km di pianura che più piatta non si può, quindi vai con le chiacchierate "del più e del meno" mantenendo sotto controllo il ritmo aerobico.
L'asfalto pian piano scompare sostituito dai sentieri, assieme arrivano anche le salite ed eccoci al primo ristoro dove facciamo una rapida sosta per uno spuntino e avanti.
Procedo sempre assieme ad Angelo, teniamo un discreto ritmo iniziando a macinare dislivello. 
La notte corre assieme a noi, la temperatura cala, sonno zero. Improvvisamente la vista si offusca, no non per la fame, siamo avvolti da una gran nebbia degna del miglior novembre! A tratti vedo a malapena le scarpe e le fioche luci delle frontali altrui. Sarà la miopia, sarà tutta questa scarsa visibilità che mi porta così a seguire i catarifrangenti di zaini ed abbigliamento di chi mi precede..come un faro nella notte per i marinai!
Arrivano le tre e mezza di notte e mi avvicino al secondo ristoro dove si fanno notare subito i tavoli imbanditi di salame e birra, inutile dire che mi viene l'acquolina in bocca nell' orario ideale per uno spuntino. Non cedo alla tentazione di questi deliziosi insaccati e punto a qualcosa di più leggero e genuino...almeno per ora. 
Procediamo ed i sentieri diventano più ripidi. Ad un tratto mi fermo, leggermente disorientato in questa natura, attorno a me solamente i rumori del bosco. Mi giro verso Angelo e penso a voce alta "è solo perché siamo in gara, altrimenti te lo scordi che sarei qui in piena notte in un posto che manco sappiamo dove sia!". Due risate e si sale ancora. 
La rugiada colora di bianco i prati, che illuminati dalla frontale trasmettono una sensazione di freddo fuori stagione. Di lì a poco inizia ad albeggiare ed il cielo dal blu si sfuma al rosa, in lontananza la pianura con le città illuminate che lentamente iniziano a svegliarsi.
Alzo la testa un attimo e c'è ancora lei, una luna favolosa, magnetica che fin dalla partenza mi ha catturato lo sguardo. Forse siamo nel posto giusto ma al momento sbagliato, forse in un altro contesto e con altra compagnia questa luna sarebbe stata una complice perfetta per un preludio di sentimenti.
Non me ne accorgo e mi ritrovo di già al terzo ristoro. Sento molto freddo, un brodo caldo è ciò che ci vuole dopo di che iniziamo a scendere rapidamente lungo un sentiero regolare composto da brevi tratti rettilinei ed un numero pressoché infinito di tornantini.
Un ragazzo del posto mi racconta che veniva utilizzato durante la guerra per raggiungere la cima, come effettivamente testimoniano anche le numerose gallerie che si vedevano salendo dall'altro versante.
Attraversiamo la statale che porta a Recoaro, i tanti volontari anche qui interrompono il traffico e ci lasciano la precedenza. Dovrebbero dare a loro un premio per quanto si impegnano a fare assistenza, oltretutto in piena notte quando starebbero meglio a letto! 
Molto bene, ora inizia quella che considero la peggiore salita, lo scorso anno salendo a passo troppo veloce dopo la metà iniziai con qualche visione mistica. Cambio tattica e procedo con più calma, qui trovo l'amica Elisa e ci facciamo una gran bella chiacchierata fino a Recoaro Mille! 
Chilometro quaranta. Procede tutto alla perfezione salvo una goccia di pioggia appena scesa. Veloce tappa per un altro brodo per poi ripartire lungo stradine bianche e prati con un paesaggio che sembra quasi da cartolina. Sullo sfondo le Piccole Dolomiti che mi fanno riaffiorare i tanti ricordi della Trans d'Havet.
Mentre sono lì che lascio correre libera la fantasia mi rendo conto che il rumore sopra la mia testa non è prodotto dai motori turbofan degli aerei di linea, ma tuoni!! Il mio umore cambia rapidamente, la tranquillità con cui mi sono fatto cullare fino ad adesso viene immediatamente tramutata nella peggior scocciatura mai esistita! E no! La pioggia no!! Dopo un minuto inizia a diluviare!! Assieme soffia un delizioso vento gelido... metto la giacca, i guanti e continuo la serie di imprecazioni!
Un quarto d'ora dopo si apre uno squarcio di azzurro nel cielo - sospiro di sollievo -  forse è andata bene!! Riprendo il sorriso guardando i monti.
Ultima discesa su sassi, dove i piedi mi dichiarano guerra, ed ecco il ristoro di Malga Lora del cinquantesimo km. Accoglienza al top anche qui, volontari sempre deliziosi. Mi rimpinzo a dovere, do una controllata (e disinfettata) ai piedi, mi cambio e giù a bomba per recuperare il tempo appena perso.
Un anno fa, con la partenza di prima mattina a quest'ora il sole era a picco sopra le nostre teste rendendo la prossima salita un'agonia. Oggi invece a parte il rischio di finire sotto le ruote di qualche trattore tutto è relativamente tranquillo.
Oggi assieme a Marco invece ce la raccontiamo prima di scollinare proseguendo per passo Xon. Ho perso completamente il senso del tempo, siamo verso metà mattina e i discorsi da sport, viaggi ecc... diventano a tema culinario tra grigliate, spiedini e sagre!!
Ma teniamo duro!!
Al ristoro del sessantesimo incontriamo Albino, vecchia amicizia con cui finii a podio lo scorso anno all'ultrabericus (nrd: podio dei primi tre ritirati della gara). Siamo sempre in vantaggio rispetto alle previsioni meteo che mettono pioggia.
I prossimi dieci km sono un continuo saliscendi (molto scendi) tutto corribile, intervallato solo da alcune rampette (tanto sali) rompi ritmo e gambe. Il ristoro di Mondonovo al settantesimo chilometro sembra non arrivare più però nella fantasia già mi immagino quello che poi troveremo. Polenta e costicine! Lo scorso anno mi sono trattenuto, frenato in virtù di chissà quale spirito agonistico. Oggi invece il tris! Costicina, polenta, costicina, polenta, costicina, polenta. Rinuncio solo al vino rosso.
Ricaricate a dovere le batterie si sale, ultima rampa e poi quasi tutto il dislivello è andato e ridi e scherza siamo sempre verso i 4000 metri di salita.
Iniziamo ad essere stanchi e ci tiriamo a vicenda verso Passo Zovo dove ci aspetta il penultimo punto di ristoro. Siamo arrivati a quota 80. Giù a mangiare come sempre, brodo salvavita e tante risate con i volontari. Sempre così premurosi che mentre mi grattavo un ginocchio per un semplice prurito arrivano velocemente due infermieri assicurandosi stessi bene, se avessi dolori,ecc...favolosi!
Vediamo la pianura mentre perdiamo quota ed iniziano i momenti di malinconia da fine gara in arrivo. Tra pietre bagnate e scivolose e sentieri segnati attraverso prati verdi ecco la civiltà che si avvicina, lentamente usciamo dal nostro mondo fatto di montagne, boschi e tranquillità e ad attenderci ecco il ristoro del novantesimo chilometro. 
Mi tolgo ogni sfizio ed assieme ad Albino ci beviamo una bella birrozza per prepararci psicologicamente agli ultimi dieci massacranti chilometri di piatta pianura, dove il massimo dislivello rappresentato da un piccolo ponte sul un torrente, che però a questo punto sembra una scalata Himalayana. 
Villaverla! Ecco la tabella stradale. Gli ultimi due chilometri sono infiniti, Albino prende il largo ed io e Marco ci facciamo una gran bella camminata.
Vediamo il campanile, corriamo, giriamo l'angolo ed ecco la piazza, il piccolo passaggio pedonale, iniziano gli applausi, il gonfiabile.
Ecco il momento che volevo, la medaglia al collo da mettere a casa assieme a quella che stavo guardando il giorno prima!! 
Gara perfetta, il meteo ci ha assistiti ed inizia il diluvio proprio ora. Una giornata super in compagnia di tanti amici vecchi e nuovi. Organizzazione ed assistenza eccipienti. I dolori ai piedi si sono presi un giorno di ferie per fortuna. 
Ed ora avanti, pensiamo al gran raid tra due settimane ed agli appuntamenti più importanti a seguire! 

































































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