sabato 24 settembre 2016

Delicious Trail Dolomiti

Deliciuos trail. Il nome è già tutto un programma e lì per lì mica avevo pensato a cosa potesse esserci sotto. 
Giovedì sera, per caso mi capita sott'occhio un volantino della gara, mi soffermo su quel tratto in galleria che da Col Gallina porta al rifugio Lagazuoi, conosco bene i posti e quella salita proprio mi manca. Sono molto curioso, un lungo tratto in galleria, paesaggi mozzafiato, dislivelli impegnativi. Che faccio? Cerco di organizzarmi con il lavoro, mando una mail per elemosinare un posto last minute e venerdì sera in fretta e furia parto per Cortina.
Arrivo dopo le 22 e pare che tutti i pettorali siano già stati distribuiti. Paura de niente, alle 6:30 arrivo per primo in zona consegna e trovo un posto, yeeee!! 
Dopo una notte passata a rigirarmi nel furgone pensando di avere fatto al strada per nulla ce l'ho fatta!
Mancano ancora due ore alla partenza, tensione zero, chissenefrega sono qui per divertirmi e "giocare" nelle tanto adorate Dolomiti. 
Passano le ore ed arrivano i tanti amici da ogni angolo del nord italia che è sempre un piacere rivedere in questi contesti.  
Il tepore all'interno dell'albergo adibito a punto logistico mi culla e quasi mi addormento su una poltrona della reception, meglio uscire al fresco e svegliare con la frizzante arietta mattutina!! 
8:30 precise, si parte! Il prim tratto tra asfalto e qualche saliscendi su strade sterrate è abbastanza monotono, ma ci vuol poco a cambiare idea appena ci si para di fonte un vertical in piena regola, ma a noi piacciono tanto queste salite :) 5-600 metri di divertimento verticale e raggiungiamo il rifugio Croda da Lago.
Ora inizio a capire il significato del nome della corsa.
Mangio solo due fettine di torta, semplicemente favolose. Tutto preparato dai gestori dei vari rifugi. Ci sarebbero anche quelle fettine di pane con affettati, lardo e altro...lì pronte a disintegrare in pochi minuti la forma fisica di ogni atleta....come dire di no...NO e basta, avanti!
Concentriamoci sul paesaggio che ci mette poco a distoglierci dalle altre tentazioni. Le montagne riflesse sul laghetto sembrano una cartolina che fa perdere la concentrazione su dove mettere i piedi. Dopo una veloce discesa inizia la salita fino al secondo rifugio e mentre affronti il secondo "vertical" e ti trovi di fronte le Cinque Torri rimani senza fiato. Se te ne rimaneva abbastanza per chiacchierare l'imponenza delle montagne ti lascia a bocca aperta. Ma per fortuna all'omonimo rifugio i paninetti ed i favolosi crostini ci pensano a togliere ogni singola caloria sprecata (a dire il vero anche qui si guarda tanto e si mangia poco).
Transitiamo lungo le trincee che furono teatro della grande guerra, opportunamente recuperate in modo che ogni visitatore possa fare un tuffo nel passato e provare solo ad immedesimarsi in quello che passarono centinaia o migliaia di giovani lassù. Da ritornarci con calma per apprezzare meglio il luogo, segnato negli appunti.
Saliamo subito al rifugio Scoiattoli, dove ad attenderci suona un trio di fisarmoniche, mentre i ristoratori ti mettono psicologicamente KO con "polenta e funghi"...AAAAAAAAA non è possibile. Mai vista una cosa del genere e doversi limitare solo a qualche stuzzichino è una tortura psicologica. Mangio alcuni pezzi di patate con dell'ottimo formaggio, "sbavo" su dolci e tutto il restante ben di Dio.
Per fortuna le nuvole e l'aria fredda danno subito il via per ripartire ed allontanarsi dalle pericolose tentazioni culinarie, lasciando in fetta il ristoro per dirigerci in salita al Nuvolau. Continuo a chiacchierare con l'amica Luisa, conosciuta pochi metri dopo il via e che mi terrà compagnia per gran parte della gara. Si chiacchiera del più e del meno, si scoprono molti amici in comune (strano avendo questo hobby, vero?), delle soddisfazioni a fare fatica a "badilate" piuttosto che passare le giornate in spiaggia o ancor peggio in uno squallido centro commerciale e avanti così fin che la salita letteralmente vola e raggiungiamo il ristoro. "Minestrone per tutti". Tira aria, sono sudato, prendo un tè giusto perché di si e mi fiondo a bomba verso il basso.
Passerà cosa? Un chilometro? Forse uno e mezzo? No sicuramente meno e siamo all'Averau. In questo tratto è un susseguirsi di tappe. Lo spirito giusto sicuramente sarebbe stato quello di partire con equipaggiamento trekking e farsi una camminata...come se non ci fosse un domani.
Ah si, il menù qui? Canederli e/o "formai in tecia". E' no, qui me ne vado.
Convinco Matteo, una giovane atleta di Belluno alla sua prima esperienza di corsa in montagna, a seguirmi e ripartire prima che il disastro sia fatto costringendoci a rotolare fin giù al Falzarego. Corriamo in totale relax fino a forcella Averau, concedendoci delle piacevoli soste facendo perdere lo sguardo su quel che ci circonda, regalandoci una bella e veloce discesa saltellando tra prati e radici fino a Col Gallina, riprendendo Luisa che saggiamente ha iniziato a saltare le soste.
Ecco che cominciano degli stani deja vu.
Col Gallina
LUT
Pioggia.
Sono entrato in questo rifugio l'ultima volta a fine giugno, una sosta per rifocillarmi e poi avanti, verso quello che poi sarà stato il passo successivo con il mio stop forzato, alla gara su cui puntavo tutto il 2016. Porca t...a. 
Mi sale uno starno senso di fastidio, ho ancora un conto aperto.
Torniamo a noi. Siamo ad un ristoro. Qualche stuzzichino per ricaricare le batterie, pezzetti di speck, formaggio, le fette con marmellate bio sono la fine del monto. Il Pastin magari lo lascio ai più coraggiosi :)
Corriamo alcuni chilometri su prati infangati sguazzando come i bambini tra le pozzanghere e riempiendoci di fango fino a raggiungere la partenza della funivia che dal Falzarego va su diretta al Lagazuoi. Ciò ma sembriamo gente a cui piace vincere facile. Certo che no. Gli organizzatori ci danno un bel caschetto che tra qualche centinaio di metri di dislivello assolverà a pieno la sua funzione di evitare di farci prendere delle gran craniate nella galleria, che scavata nella roccia arriva diretta al rifugio. In meno di due chilometri si percorrono una cosa come 700 metri di dislivello. Buona parte al buoi, rotto solo dal fascio delle frontali obbligatorie da regolamento, su scalini che anche per il passo dei ciclopi sarebbero faticosi. Il senso di claustrofobia viene mitigato dalle gran chiacchiere e risate lungo la salita, aiutandosi con bastoncini ed eventualmente con la corda in acciaio posta praticamente ovunque. Delle "finestre" si aprono sulle dolomiti regalando degli scenari unici. Anche qui i momenti di meditazione sicuramente non mancano, per i ragazzi che combattevano per chissà cosa, con tutte condizioni climatiche, senza sapere se sarebbero mai tornati a casa. E noi siamo qui, ora, per divertirci!
Ecco la luce alla fine del tunnel. Finita l'ultima salita. A dire la verità non sono neppure molto stanco, sarà forse che ogni cosa che guardo mi riempie così tanto il cuore di gioia che tutto il resto passa in secondo piano. Come guardare verso il basso e vedere il percorso gara dove ci trovavamo poco prima rendendoci conto della salita fatta, delle Tofane lì davanti, il Lagazuoi,... andate a farvi un giro perché a parole fatico a spiegarvelo!
Però ci provo con i ristori! Da dove parto?? Sicuramente dalla campionessa Mira Rai che accoglie ogni atleta facendogli assistenza, quando mai ricapiterà ti trovare un'atleta Salomon che ti toglie le borracce dallo zaino e te le ricarica?? Favolosa!
Next step: goulash ragazzi! Una pugnalata! Mi accontento di uva secca, due porzioni di macedonia e credo una centina di minuti di chiacchiere con tutti ammirando a 360 il panorama dall'ampia terrazza del rifugio.
Prima di andare ipotermia mi rilancio a ciodo (si sapete che è sempre relativo date le mie pessime doti di corsa in discesa, si, di corsa in generale dai) verso il fondovalle, partendo per alcuni metri sulla neve fresca dove mi diverto come un bambino per poi passare ad un favoloso sentiero su ghiaione dove per poco non ci lascio una caviglia.
E giù giù fino al momento in cui arriva il secondo Flash. Val Travenanz, forcella Col dei Bos. LUT. Ritorno a fine giugno, qui ero in preda a visioni dopo quasi 90 km di corsa, disorientato dopo la "bomba" della risalita di tutta la valle. Eppure quanto mi manca. Sto forse assorbendo il colpo di quel ritiro? La voglia di ripartire per quel viaggio è tanta. Scendo lungo lo stesso tratto con un gran sorriso stampato in faccia cercando di far correre la fantasia al prossimo anno. 
Bivio. 
Volontari: "dai che tra 5 chilometri c'è l'arrivo"
"che??? Di già. Troppo poco, torno indietro!!"
Faccio girare la gambe variando il ritmo, tratti veloci e deciso, altri ritmo relax intervallati da qualche pausa per foto e respirare il profumo dei boschi che ci ospitano in questa discesa.
Ecco l'ultimo ristoro, in effetti si sentiva la mancanza di qualcosa da mettere sotto i denti. Ma cosa ci sarà ora? Per fortuna una cosa soft, oltre alla solita frutta secca, crosatate, dolci vari. Ma quanto sono belli quei pasticcini!!!!
Uno lo divoro e riparto assieme ad un gruppo di ragazzi di Cortina, anche lo alla loro prima garetta più lunga del solito, doloranti ma contenti della giornata.
Abbassandosi di quota il paesaggio cambia visibilmente, più bosco, radici, prato, rumori della civiltà in avvicinamento. Ecco il mio solito momento di malinconia da fine gara che inizia a farsi sentire e che però svanisce rapidamente appena vedo lo striscione dell'arrivo. Ah si, c'è anche un traguardo ora che ci penso, in tutte queste ore me ne sono altamente fregato del cronometro, sostituendo tutto quello che può essere lo stress da gara con una sana overdose di Dolomiti e nuovi amici conosciuti strada facendo.
37 chilometri con circa 2500 metri di dislivello positivo volati senza neppure accorgersene.
Ma non è mica finita qui. Dopo una bella doccia (freddina) ci aspetta il tanto atteso parta party. Parta party? Praticamente un menù alla carta con scelta di primi o secondi piatti locali, dolci a volontà e birra che ci sta sempre con tutto.
Cos'altro dire, semplicemente una giornata favolosa passati con i tanti amici innamorati di questa meravigliosa disciplina!!
Grazie a tutti i volontari, gli organizzatori, i soccorritori, hanno reso la giornata unica!

























































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