martedì 31 gennaio 2017

Neve, silenzio e vibrazioni

Finisco tardi di lavorare e mi fiondo in piscina.
"Mi dispiace ma è tutto pieno".
Poco male, fuori gocciola e mi faccio anche volentieri una corsa per sciogliere le gambe.
Arrivo a casa, solito rito/routine/combattimento con la stufa e via.
Sorrido come una bambino appena tra le gocce vedo qualche fiocco portato dal vento. Altro che giri attorno alla campagna, salgo di quota!!
E così verso Cilladon la salita diventa più silenziosa del solito, mentre una debole nevicata mi tiene compagnia. La voglio gustare a tal punto che mi alzo le maniche della maglia per sentire il freddo che avvolge direttamente le braccia.
Dopo un paio di chilometri di salita il polpaccio sinistro, ancora sotto stress dallo scorso fine settimana, mi avvisa che è meglio far basta.
Mi fermo.
Guardo verso l'alto in modo che il fascio della frontale si perda nell'oscurità mettendo in risalto i fiocchi bianchi. Provo a prenderli ma niente.
Prima di congelare ritorno sui miei passi ad un ritmo molto blando, assorto tra mille pensieri.
Passo vicino a dove riposa mio nonno su questa montagna e sento il rumore di un'onda che improvvisa si propaga su una fune, una di quelle che si usano per portare la legna a valle, emettendo il classico suono di una corda che oscilla. Sono sicuro che è un suo saluto!!
Alzo la mano al cielo, contraccambio e rientro verso il paese.
Ora si mi faccio in tutta calma il giro della campagna (con un dolore assurdo ad un piede ma questo dettaglio lo sistemeremo la prossima settimana...)

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