domenica 22 gennaio 2017

La corda mancante

Giornate come queste sono difficili da raccontare, riuscire a mettere su un pezzo di carta, o scrivere su una tastiera, quanto piccolo ti senti da lassù è di solito abbastanza semplice. Aggiungerci però un panorama superlativo con cielo terso che fa spaziare lo sguardo lontano fin non sai neppure tu dove, con una vista mare che mai hi visto così bene da così distante, ecco ora diventa molto difficile perché il consiglio che vi posso dare è salire e viverlo di persona. Ogni metro di dislivello è ampiamente ripagato mentre gli occhi vi si riempiranno di tutto ciò che vi circonda.
Ma facciamo un passetto indietro dai, anzi, molti per la precisione.
Corsetta organizzata last minute, una cara amica si offre di accompagnarmi verso la mia prima salita in cima al monte Serva.
Partiamo da Belluno così facciamo 2000 metri di dislivello. Ma si, tanto dico sempre di si se c'è da fare più strada e fatica. E guarda caso ci troviamo proprio vicino alla partenza della Super Serva.
Tre, due, uno, via...ritmo allegro fin da subito per mantenere in equilibrio la temperatura corporea ed iniziamo a salire tra sentieri e bitume ricoperto di neve e qualche lastrone di ghiaccio.
Conosco il percorso e più si guadagna terreno e più la pendenza aumenta, in maniera inversamente proporzionale al fiato che mi rimane per conversare del più e del meno. Ma il gioco di luci ed ombre del bosco di sicuro mimetizza il mio viso "paonazzo" così procedo deciso. E finalmente ecco la prima pausetta appena usciti dalla vegetazione. Alcuni minuti a contemplare i paesi e le città diventati così piccoli sotto di noi.
Si riparte di gran lena.
"A te che piacciono i vertical, andiamo su dritti"
"Olè" mi dice una vocina
In men che non si dica raggiungiamo la casera Pian dei Fioc. Per sbaglio guardo l'orologio, credo di essere poco lontano dal mio ritmo gara, ma ciacolando (o forse più ascolando) mi son decisamente divertito di più.
Alcuni minuti di recupero e si riparte per affrontare gli ultimi 400 metri di dislivello.
"Dai, ora partiamo e andiamo su iniziando con 30 secondi, poi un minuto, uno e mezzo, due, ecc... di scatti intervallati da recupero"
"Sì sì certo" l'unica frase che riesce o a pensare mentre provo a forzare il ritmo e gli occhi mi si piantano verso terra fissando neve e ghiaccio. Le scarpe si aggrappano con decisione, anche la vocina fuori campo si rassegna con un "e vabbè, vai su dai".
Le gambe iniziano a friggere e perdo terreno dalla mia guida.
Ma dove ho lasciato la corda per farmi tirare??
All'improvviso alzo gli occhi ed un gruppetto di persone se ne sta lì tranquillo a mangiare e guarsi attorno.
Siamo arrivati, yeeeee!
Ultimi passi assieme verso la cima ed oltre la cresta ecco le Dolomiti più selvagge.
Il vento che fin poco fa ci teneva compagnia sparisce. Siamo oltre i 2100 metri di quota ed il solito caldo anomalo ci regala questa giornata primaverile. Si vede tutto così in maniera nitida che vorrei toccare ogni cosa che vedo in lontananza.
Qualche minuto di contemplazione, una scarica di foto e giù a bomba giocando scivolando sulla neve.
Pausetta panino alla malga di prima e correndo su un favoloso sottobosco rientriamo verso la partenza.
Allenamento perfetto, altre cose da aggiungere direi che non c'è ne sono.
O forse si. Ritagliatevi del tempo e salite, ognuno al proprio ritmo, fin dove riuscite, sono momenti preziosi che vi arricchiscono e vedrete quanto bene vi sentirete dopo. Ah si, in base a chi sarà il vostro compagno ricordatevi la corda :)

















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